La Fase 2 dei piccoli commercianti
Come il lockdown ha impattato sulle attività commerciali di Roberto e Ilaria e sulla loro vita familiare
Persone, comunità, storie di adattamento, ingiustizie, conversazioni e ascolto nella città colpita dall’emergenza.
L’emergenza sanitaria Covid19 ha travolto tutti. In poche settimane abbiamo dovuto rivoluzionare i nostri stili di vita, l’economia, le relazioni sociali. Le nostre esistenze hanno subito un rallentamento, i tempi della quotidianità si sono diluiti, ma la nostra città è rimasta a suo modo in movimento, attraverso molteplici forme di adattamento alle nuove condizioni di vita imposte da questo passaggio obbligato.
In molti affermano che nulla sarà più come prima. Altri che tutto, prima o poi, tornerà come prima. Di certo, temi come il diritto alla salute, il lavoro e la certezza del reddito, il bisogno di protezione, la paura della solitudine, l’idea di prossimità, la solidarietà, il rapporto con la natura, sono tornati al centro del dibattito pubblico ed emergono con forza nelle storie di tante e tanti.
Come spesso è accaduto nei momenti di crisi, anche oggi stanno emergendo nuove visioni, nuovi modelli, nuove connessioni, fondate sulla cooperazione e sul mutualismo. Ci interessa coglierli, indagarli, metterli in rete e poi condividerli per alimentare questa energia e darle forma, anziché disperderla senza tenere traccia del momento presente.
Abbiamo deciso di fare un lavoro di ricerca e racconto su come la città sta affrontando questa emergenza e come vuole ripensare il suo futuro, qui e ora. Lo strumento che utilizzeremo è quello di un’inchiesta popolare, promossa dai cittadini per i cittadini.
Abbiamo chiesto a tutti i soci di Una città con te di contattare telefonicamente le persone a loro più vicine e di tenere traccia delle questioni più rilevanti emerse nel corso delle telefonate. Siamo partiti dalle persone che conosciamo, dalle 500 che abbiamo riunito in occasione della grande cena sociale del 14 ottobre scorso ma non solo. Abbiamo già avviato una serie di conversazioni per cogliere, coltivare e raccontare storie e affrontare le questioni del nostro tempo.
Diffondendo un messaggio di vicinanza, di cura e ascolto, stiamo indagando i bisogni, le paure, speranze e aspettative delle persone, per poterle raccontare all’interno di una grande inchiesta popolare che attraversa trasversalmente la città. Racconteremo le loro storie nella sezione “Profili”, e affronteremo i temi emersi nella sezione “Radar”. Organizzeremo inoltre momenti pubblici di dialogo e confronto, perché il dialogo e il confronto sono la ragione d’essere di Una Città con te.
Una città con te è la nave sulla quale vi invitiamo a salire per affrontare questa traversata. Nessuno deve sentirsi solo, e ognuno deve sentire che ha una città al suo fianco.
Come il lockdown ha impattato sulle attività commerciali di Roberto e Ilaria e sulla loro vita familiare
Se in tempi “normali” le donne che dovevano rinunciare alla loro professione erano moltissime, quante dovranno sacrificare la carriera in favore della cura familiare ai tempi del Covid-19?
Come hanno vissuto la quarantena e come vivono questa nuova fase le persone con disabilità, le loro famiglie e gli operatori? Ognuno in maniera diversa dagli altri. Alcune storie.
Pubblichiamo una lettera alla città di Anna, nell’ambito della nostra inchiesta popolare condotta dai cittadini per i cittadini, per ragionare su questa fase e pensare al futuro
Lo scorso 10 giugno UCCT ha messo attorno ad uno stesso tavolo sette amministratori con delega all’arte e allo spettacolo di altrettante città italiane. Un resoconto dell’evento
Se prima della pandemia la mensa serviva in media 100 pasti al giorno, oggi la richiesta è aumentata di almeno un terzo.
I centri estivi dell’Emilia-Romagna potranno riaprire dall’8 giugno: ora è ufficiale. La vicepresidente con delega al Welfare Elly Schlein nel tardo pomeriggio di oggi ha spiegato che è stato definito
Una cassiera di un grande supermercato di Bologna racconta la sua esperienza in prima fila durante l’emergenza Corona Virus.
Le maestranze impiegate nel settore della cultura non sono rientrate nel Cura Italia perchè di fatto, da un punto di vista sindacale, ancora non esistono.