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Una comunità, un percorso per continuare a cambiare Bologna non lasciando indietro nessuno

Perchè una città con te?

Se guardo Bologna oggi, vedo due anime.

Una è rappresentata da chi ha già attraversato il fiume della crisi e guarda con fiducia il futuro, si sente forte, vede progressivamente crescere il livello delle proprie ambizioni. In questi anni di profonda e strutturale trasformazione, una parte della città ha saputo e dovuto innovare, investire e crescere, riuscendo a trovare nuovi modi per creare valore e competere a livello internazionale.

Esiste però un’altra parte di Bologna, più numerosa, che al contrario è ancora sulla prima sponda del fiume e non è affatto pronta per attraversare. Questa parte della nostra comunità negli ultimi anni ha visto crescere le proprie sofferenze e le difficoltà, si sente meno sicura e ottimista quando pensa al futuro.

Una popolazione che vive in grande parte nelle periferie, ha un reddito medio o medio-basso, famiglie che hanno goduto per anni di una certa stabilità e qualità della vita che ora sono messe decisamente in discussione. Le loro sicurezze si sono disgregate e hanno visto entrare nelle loro case lo spettro della solitudine.

Il nostro compito è decisamente quello di tenere unite queste due anime della città.

Le scelte su welfare, scuola, tasse, sviluppo economico devono avere l’obiettivo di essere un collante, per andare avanti senza che nessuno rimanga indietro.

Anche per questo, non ho timori nel dirvi che ci servono parole importanti come “ascolto”, “radici” e “autenticità”, “cambiamento” e “rassicurazione”, “inclusione” e “opportunità”.

Se davvero crediamo sia importante mobilitarci per Bologna, allora è urgente interrogarci non più solamente su cosa noi possiamo fare per lei, ma soprattutto su cosa significa per ognuno di noi e per gli altri, avere una città dalla propria parte.

Perché se la nostra idea di città è quella che non lascia indietro nessuno e abilita le comunità al fare, allora, il messaggio che dobbiamo sapere costruire per gli imprenditori e le imprenditrici, per i disoccupati e le disoccupate, per gli anziani come per i giovani, per i nuovi cittadini e cittadine tanto quanto per le giovani coppie impegnate nella crescita dei propri figli, vorrei che fosse: “Bologna è una città che può fare la differenza nella vostra vita”.

E’ una grande sfida quella che vi lancio.

A Bologna ogni dieci anni cambia il 25% della popolazione. Una trasformazione continua che mette in discussione ogni certezza sulla coesione e la vera identità della città. Nell’ultimo anno sono arrivati in città 15 mila nuovi residenti e se ne sono andati in 10 mila. Nel 2016 voteranno 30 mila residenti che nel 2011 vivevano altrove.

La demografia rappresenta quindi da oltre novecento anni, un flusso incessante di cambiamento e contaminazione, per il quale identità fa rima con diversità.

La bolognesità già oggi consiste in una dimensione di senso ben più larga e inclusiva. I figli di immigrati nelle nostre scuole sono in aumento. In questi ultimi due anni abbiamo svolto un lavoro eccezionale nell’accoglienza dei profughi, ma non ci dobbiamo mai dimenticare che la maggior parte degli immigrati che vengono a vivere a Bologna sono italiani.

Persone che scelgono la nostra città per realizzare i loro progetti di vita, di lavoro, di studio, di salute. Che vengono qui per per amore o per essere liberi di amare vedendo rispettati nel quotidiano i propri diritti civili.

Per loro Bologna è stata una scelta, per molti italiani ha significato affermare finalmente il valore pieno della parola “cittadinanza”.

Essere cittadini bolognesi in Italia e in Europa significa anche un modo di vedere le cose. E’ un’appartenenza che si trasmette di genitore in figlio o figlia e che può arrivare al cuore e alle menti dei nuovi arrivati.

La narrazione di una Bologna unita nel futuro, per essere incisiva, si deve nutrire di identità e diversità in tutte le sue parti, quelle più forti così come quelle che faticano.

Bolognesità è autenticità, buon senso, libertà e responsabilità, amore per le cose nate qui, curiosità per il cambiamento. I miei figli vorrei che crescessero in questa Bologna e che fossimo in grado di trasmettere loro questi valori attraverso lo sport, le nostre istituzioni culturali, le scuole, i teatri, le associazioni.

Che si sentissero davvero cittadini che crescono liberi, con una città accanto. Ecco perché, per il nostro viaggio, abbiamo scelto l’espressione “Una città con te”.

Sarà il nome per la nostra comunità, per il percorso di ascolto che promuoveremo e il titolo per le proposte che consegneremo al candidato Sindaco Virginio Merola, questa primavera.

Matteo Lepore