Ciao a tutte e tutti.
Vi scrivo per proporvi una data (16 e 17 dicembre) nella quale vederci, riprendere il filo e rendicontare le cose che ho fatto in questi mesi.
Prima di tutto un pensiero, sul quale rifletto da un po’ e che mi piacerebbe discutere con voi.
La morte della politica è ormai diventata un problema sociale. Guardiamo alle cose che succedono nel mondo: Trump ha vinto negli Stati Uniti, l’Inghilterra si prepara ad uscire dall’Europa, mentre il vecchio continente è bloccato tra la burocrazia dell’austerità e la manca di coraggio dei governi nazionali. Pochi giorni fa sono tornato da una missione in Libano e vi posso assicurare che in Medioriente non se la passano benissimo, anzi sono al centro di quella che potremmo drammaticamente definire una terza guerra mondiale che ha già generato milioni di profughi e rifugiati.
Non so voi, ma io sono preoccupato e molto.
Mi preoccupa soprattutto il fatto che da quando la politica è morta i politici sono tornati ad essere quelli che inseguono la paura e urlano più forte, invece che risolvere i conflitti e costruire le condizioni per una nuova speranza.
Dai campi profughi di Beirut, alle fabbriche del Wisconsin, dai villaggi del nord Inghilterra pro Brexit, ai quartieri delle città italiane, è il pensiero ‘democrazia uguale riscatto’ ad avere perso di credibilità.
Per il cambiamento si guarda altrove, alle armi, ai muri, alla segregazione, quando il voto ai democratici perde di significato per la vita reale delle persone. La storia ci insegna che sono questi i momenti nei quali non è il popolo a prevalere, ma la dittatura di chi ha già potere. Anche se a volte sono i ‘democratici del passato’ ad averla affossata con le loro lobby e la loro corruzione, la politica deve rinascere!
Non è più questione unicamente di destra contro sinistra, ma di popolo contro establishment. Quelli che parlavano di un 99% calpestati da un 1% avevano ragione, ma quale alternativa abbiamo saputo costruire per cambiare questo stato di cose?! Se abbiamo a cuore il futuro dei nostri figli, dobbiamo tramutare tutta la nostra rabbia, la nostra paura e la nostra frustrazione in un impegno nuovo per il bene comune. Io sono convinto che questa sia la direzione, anche se ancora non abbiamo capito come.
Proviamo ripartire da noi. Da Bologna, dalla difesa di quello che deve essere di tutti. Abbattiamo quello che oggi, invece, serve solamente a pochi. Fermiamo le vecchie abitudini, non ci arrendiamo alla ‘banalità del male’ di chi oggi ci vuole comprare con gli slogan, il sangue degli altri, le soluzioni troppo facili. Ritroviamoci. Impegnamoci e se non ci danno spazio, prendiamocelo. Io ci credo davvero che la migliore forma di resistenza sia comunque e sempre stata la capacità di creare, come hanno scritto molto bene Florence Aubenas e Miguel Benasayag ormai molti anni fa richiamando al bisogno di una ‘nuova radicalità’.
Diamoci appuntamento per farlo insieme a partire dalla nostra comunità.
A dicembre sarà un anno esatto dal nostro primo appuntamento, quando decidemmo di iniziare un percorso insieme per cambiare in meglio la nostra città. Tanti e tante si sono unite poi lungo il cammino fino ad arrivare alla vittoria elettorale e l’avvio del nuovo mandato, con anche la mia conferma in Giunta. Ora sento che le aspettative sono alte e che il lavoro da fare è tanto. Parlando con molti di voi ho sentito richiamare più volte il bisogno di confermare con energia e forza il progetto che abbiamo avviato, dandoci una migliore organizzazione. Se mancano i luoghi di confronto manca anche la condivisione e quindi manca l’ascolto.
In questi mesi mi sono concentrato sulle nuove deleghe affidatemi dal Sindaco, dedicandomi all’organizzazione del lavoro istituzionale. Ora è il momento di scambiarci informazioni e opinioni, perché l’obiettivo sia il più possibile condiviso. Tocca a noi.
Dobbiamo continuare a costruire momenti di confronto: per questo è nata Una città con te e per questo adesso dobbiamo proseguire, trovando una nuova organizzazione.
Una città con te, nata per trovare modelli per continuare a cambiare senza lasciare indietro nessuno, sente la necessità di tornare a lavorare in modo partecipato chiamando a raccolta la propria comunità e movimenti simili di altre città. Trovando nell’inclusione la via per continuare a crescere, per ampliare il senso di appartenenza nella cittadinanza, per creare un luogo di attuazione di un processo di consapevolezza e senso civico.
Per questi motivi e come promesso quest’estate vorremmo incontrarci tutti insieme il 16 e 17 dicembre.
Fissate la data. Vediamoci tutti insieme. Nei prossimi giorni seguirà una proposta di programma dettagliato.
L’idea è di partire venerdì 16 dicembre alle cucine popolari con interventi di alcuni ospiti per poi stare insieme per cena. Ci sono circa 100 posti: per esserci, basta scrivere a unacittaconte@gmail.com
Il sabato 17 dicembre invece sarà occasione per confrontarci con gli amici di Milano di InnovarexIncludere e di Torino di Next To, partendo dal documento che abbiamo presentato a giugno frutto dei gruppi di lavoro che abbiamo organizzato insieme.
Un abbraccio
Matteo Lepore
PS Parallelamente a queste attività di una città con te, vorrei invitarvi a due appuntamenti dell’Amministrazione Comunale che segnano l’avvio di un percorso a cui tengo molto e in cui ritroverete molte delle nostre riflessioni. Sarà mia cura condividere orari, luoghi e programma nella prossima newsletter ma per ora segnatevi le date:
1. il 1 dicembre ci troveremo per fare il punto di due anni di patti di collaborazione e lanciare il percorso verso l’Ufficio per l’Immaginazione Civica. Grazie a Bologna, nell’agenda nazionale sono entrati nuovi modelli di cura dei beni comuni.
2 . Il 15 dicembre, annunceremo i progetti per l’innovazione urbana di Bologna che verranno realizzati nel quinquennio 2016-2021.
Per finire, sul mio Blog https://matteolepore.it/