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redazione2016

Fabio Fornasari

Bologna è un organismo vivente: Fabio Fornasari

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Fabio Fornasari ha sviluppato progetti di natura espositiva e museale ma per presentarlo, nulla di meglio delle sue parole.

“Partiamo dalla fine: una persona è quello che ha fatto e che si aspetta di fare. Prevalentemente mi occupo di creare narrazioni intorno a contenuti di natura culturale e scientifica in forma di allestimenti e installazioni. In principio sono architetto; è il titolo. Ma sono pure museologo per esperienza e attitudine; artigiano di famiglia: si ragiona con le mani che accompagnano il pensiero astratto. Faccio sempre fatica a darmi un titolo, perché è la cosa alla quale ho sempre meno tenuto anche se lavoro perché la parola progettista assuma un significato per me e per gli altri. Cerco piuttosto qualcuno che voglia interloquire, parlare, ascoltare e sperimentare insieme”.

Cosa fai tu per Bologna?

Ho lavorato per lunghi anni fuori Bologna specialmente a Milano e Roma. Lì ho imparato a lavorare con le sensibilità delle persone con le quali sono entrato in contatto: il committente, il pubblico, chi ci affianca nel lavoro, chi lo realizza.

E’ una sensibilità che comprende tutto l’essere: fisico ed emotivo. A partire da questa sensibilità ho sviluppato a Bologna progetti di natura espositiva e museale che puntano a riconnettere relazioni, mettere in contatto, costruire ponti utilizzando tutte le tecniche e i linguaggi a disposizione.

Le tecnologie nuove o vecchie che siano non sono altro che “intelligenze” che si pongono in un certo grado di relazione con la nostra stessa intelligenza e le nostre sensibilità. Nostre nel senso di chi progetta e di chi viene invitato a completare il risultato utilizzandolo con la propria esperienza. Come accade quando giochiamo con un videogioco. In fin dei conti tutte le tecnologie hanno un compito preciso: aiutarci nel ragionare, nel costruire modelli.

Così funziona anche il Museo Tolomeo, pensato con Lucilla Boschi per l’Istituto dei Ciechi Cavazza: come un atlante delle emozioni sempre differente per chi lo attraversa.

Cosa può fare Bologna per te?
Fabio FornasariUna metafora.

Siamo abituati a vedere la città come un pesante e lento hardware in continua, lenta trasformazione. Noi invece, i cittadini, siamo cambiati ultimamente e molto velocemente.

La città cambia molto lentamente e cerca il suo rinnovamento spesso solo attraverso i principi del disegno, del progetto inteso come design di prodotto: un quartiere, un edificio, una piazza ecc.
Questo perché il luogo comune è chiedere città belle, più belle.

La richiesta.

Per me sarebbe bello se Bologna potesse diventare un intermediario per lavorare sul principio della felicità: le città possono anche essere belle ma sicuramente devono essere felici. Il “prodotto” finale.

Per essere felice deve accompagnare, suggerire, alimentare le metamorfosi dei sui cittadini ascoltandoli e offrendolo loro le strade, le occasioni, le relazioni, le connessioni.

Per le città è un destino ineluttabile in quanto non possono restare indietro rispetto a ciò che contengono: una vita sempre più competente, sofisticata, che esprime talenti e formula di continuo nuove domande e che non pensa di non avere bisogno di intermediari per esprimersi.

Un ideale?
Bologna, come tutte le città, deve costruirsi e modificarsi intorno alla vita che le animano accompagnandone i percorsi virtuosi.
Ha bisogno di continue metamorfosi e non di sola rigenerazione di natura urbana, fisica.

Metamorfosi: il termine rimanda a un organismo vivente, biologico. Non pura materia, ma organismo vivo, un superorganismo. Perché le città come tutti gli organismi si trasformano, subiscono metamorfosi. Come un tempo resta la città il luogo dove le persone si costruiscono la propria felicità e la scambiano con gli altri e questa diventa cultura.
Una felicità è possibile solo se in connessione con il tutto, solo se intrecciata, collegata, connessa al tutto che gli fa da sfondo e che nello stesso tempo lo compone. Il progetto più importante oggi per ciascuno di noi è il progetto della felicità.

C’è un punto o una proposta del programma di una Città con te che ti ha colpito?

Una parola: immaginazione e le sue declinazioni. Senza immaginazione qualsiasi innovazione resta pura ripetizione, copia.

L’immaginazione è sempre creativa.

Giorgio Pirazzoli

La straordinaria eccezionalità di questo territorio metropolitano: Giorgio Pirazzoli

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Giorgio Pirazzoli, direttore del Mercato della Terra.

Cosa fai tu per Bologna?

Coinvolgo produttori agricoli e co-produttori (come chiamiamo i cittadini che sostengono gli agricoltori locali) all’interno di uno spazio che è al tempo stesso un mercato (ma pure un cinema), una piazza (sinonimo di mercato), e un incontro sociale che unisce differenti generazioni al sabato mattina (e anche al lunedì sera d’estate).

Giorgio PirazzoliLavoro per diffondere i valori di un cibo buono, pulito e giusto, e al contempo per rendere popolare l’eccellenza della cultura agro-gastronomica. Sono circa cinquanta le aziende agricole che prendono parte al nostro progetto, e credo che attraverso di questo non solo abbiamo cambiato le abitudini di tanti cittadini nella spesa, ma soprattutto abbiamo fatto scoprire il valore dell’agricoltura metropolitana.

Questo piacevole legame profondo tra terra e tavola avviene mediante la socialità innovativa di un rito antico: un mercato di cibo vero, che coinvolge gente del quartiere Porto, ma anche di tutto il centro storico, e di altre parti della città (metropolitana).

 

Cosa Bologna può fare per te?

Bologna ha finalmente la piattaforma per crescere: una solida amministrazione in grado di dialogare con tutti i cittadini e che ambisce a un secondo mandato per poterla indirizzare verso il futuro che la storia le ha indicato: una città internazionale, aperta alla conoscenza, allo scambio, all’emersione e alla moltiplicazione delle sue bellezze.

Non voglio più sentire dire “eh, come si stava bene a Bologna negli anni sessanta”, occorrono processi partecipati di inclusione per dare cittadinanza non solo agli studenti, ma alle loro idee, non solo agli stranieri, ma alle loro culture; occorrono la progettazione partecipata di spazi, in periferia soprattutto, che facciano vivere nuove centralità, attrattive anche in ottica metropolitana, in cui fondere le tante identità regionali e internazionali che passano di qua, perché si insedino per bene.

C’è un punto o un progetto di Una città con te che ti ha colpito?

Concordo quando si dice che i programmi “Città del Cibo” e “Città della Cultura” assumono una sempre maggiore centralità e complementarietà in un’ottica di posizionamento internazionale del brand bolognese.

Dopo un periodo di (ri)conquista del centro storico, occorre far emergere le attività di esercenti maggiormente significative, magari con la creazione di un modello g/locale di osterie “alla bolognese” in orari certi e con qualità selezionate, connesse alle attività commerciali che fanno poche cose e significative.

Allo stesso tempo, occorre far emergere maggiormente la straordinaria eccezionalità di questo territorio metropolitano, capace di dare espressione a tantissimi tipi di agricoltura, allevamento e produzione artigianale di cibo, perché può soddisfare (e in parte già lo fa) la fame di cultura gastronomica dei cittadini: occorre far emergere i poli più dedicati a questa funzione, promuovendo come si legge sul programma, il concetto di cibo sostenibile (agricoltura, logistica e distribuzione al dettaglio sostenibili) e il diritto di tutti i cittadini ad una alimentazione di qualità, allineandosi quindi con le città capitali del cibo mondiali.

Pillati e Lepore

Una città con te: Bologna! Ci vediamo il 31 maggio alla festa Unità delle Due Madonne

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In molti mi hanno chiesto di rivederci tutte e tutti insieme.

Pillati e LeporePer fare il punto e per guardarci negli occhi dopo tanti mesi di lavoro. Ho scelto un luogo particolare, a cui devo tanto affetto: la festa dell’Unità delle Due Madonne nel quartiere Savena.
Chi viene? Insieme a Marilena Pillati faremo il punto, per l’ultima rincorsa verso il voto del 5 giugno. Ci vediamo alle 21, il 31 maggio

Matteo Lepore

Roberta Bartoletti

Una città viva e densa di relazioni di prossimità: Roberta Bartoletti

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Roberta Bartoletti, Professore di sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università di Urbino ha partecipato attivamente al percorso di Una città con te.

Cosa fai tu per Bologna?

Cerco di far dialogare il mio lavoro di ricercatrice con l’impegno civico su temi che mi stanno a cuore a Bologna, supportando con la ricerca i processi di innovazione sociale in città e lo sviluppo delle politiche pubbliche.

Negli ultimi cinque anni studio gli orti urbani comunali, ho partecipato alla gestione dell’area comunale del Maggiore e a diversi processi relativi alla riforma del Regolamento comunale. Mi sono occupata dell’area dei Prati di Caprara contribuendo alla costituzione di un comitato civico che è intervenuto dal 2012 nel dibattito pubblico sul futuro del parco. Sto realizzando una ricerca sulla collaborazione civica con una sociologa della Sapienza di Roma, analizzando le interazioni tra collaborazione sui beni comuni e la piattaforma Comunità.

Roberta Bartoletti

Cosa può far Bologna per te?

Bologna per me può dimostrare di essere una città capace di mantenere alcuni valori fondamentali, tra cui la voglia di partecipare ai processi pubblici, con forme di attivismo civico tradizionali e nuove.

L’amministrazione della città credo debba essere capace di cogliere queste spinte dal basso, ascoltarle e abilitarle, e soprattutto tenerne conto nei suoi processi decisionali.

Bologna per me dovrebbe inoltre essere una città viva e densa di relazioni di prossimità, con quartieri e strade vissute, e una città capace di accogliere i suoi sempre nuovi abitanti, che sono molti, siano essi di Modena, di Cosenza o di paesi lontani.

Bologna per me dovrebbe finalmente accorgersi che i Prati di Caprara sono una foresta dietro casa, a portata di mano, di cui tutti noi dovremmo prenderci cura, a partire dalla stessa Amministrazione, con un po’ di immaginazione civica da parte di tutti.

Cosa ti ha colpito delle proposte di Una città con te?

Ci sono diversi punti che condivido, ma in particolare ho apprezzato il metodo, che ha consentito di metter in rete punti di vista e conoscenze diverse, e di creare un confronto tra cittadini e operatori intorno a temi rilevanti per la città.

Mauro Bigi

Lo sviluppo strettamente intrecciato al welfare e alla cultura: Mauro Bigi

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Mauro ha 42 anni ed è manager della divisione sostenibilità di una società di consulenza multinazionale e superhost di airbnb. Anche lui è parte di Una città con te.

Cosa fai per Bologna?

Sto animando una community di host di airbnb e altre piattaforme di ospitalità collaborativa (nightswapping, misterbnb, ecc.) per promuovere percorsi di turismo basati sulla sharing economy a Bologna.

I nostri ospiti non cercano semplicemente un’alternativa economica ad un hotel, ma la possibilità di vivere Bologna, di sentirsi bolognesi per qualche giorno ed è questo che li aiutiamo ad essere.

Mauro Bigi

Cosa vuoi da Bologna? Come fare per far si che Bologna ti sia accanto?

Vorrei che Bologna promuovesse una offerta turistica alternativa, basata sulle reti collaborative e la sharing economy.

Una rete che offra la possibilità ai viaggiatori di dormire, visitare la città, imparare l’italiano, la cucina, la “bolognesità” attraverso chi vive, studia e lavora a Bologna.

Vorrei anche che Bologna semplificasse le procedure burocratiche e amministrative e ci aiutasse a far emergere chi oggi opera in modo informale perché crediamo la sharing economy può crescere solo nella legalità.

C’è un aspetto delle proposte di Una città con te che ti senti di sottolineare?

La visione dello sviluppo strettamente intrecciato al welfare e alla cultura e al tema della circolarità e rigenerazione degli spazi.

Silvia Salmeri

Mettere in rete e fare emergere tutti i suoi talenti: Silvia Salmeri, 30 anni, imprenditrice

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Anche Silvia, 30 anni imprenditrice, racconta la sua Bologna a Una città con te.

Cosa fai tu per Bologna?

Nella vita mi occupo di turismo e valorizzazione territoriale, partendo dalle persone.

Da anni io e il mio team lavoriamo per la promozione delle aree rurali d’Italia, partendo proprio dalla città metropolitana di Bologna e, nello specifico, dalla Valsamoggia. Attraverso l’associazione ViviSostenibile, abbiamo fatto conoscere a centinaia di cittadini e turisti territori sconosciuti, sia tramite l’organizzazione di social trekking che grazie a progetti di marketing territoriale più ampi. Con il successivo lancio di Destinazione Umana, portale e tour operator online, abbiamo coniato invece i viaggi ispirazionali. L’ispirazione di Bologna? Naturalmente l’innovazione!

Silvia Salmeri

Cosa può fare Bologna per te?

Sogno una città che sia sempre più metropolitana e accogliente, con politiche di valorizzazione territoriale di ampio respiro che guardino anche fuori dalle mura cittadine. Una città internazionale, liquida e senza confini, che sappia mettere in rete e fare emergere tutti i suoi talenti.

Cosa ti ha colpito tra le proposte di Una città con te?

Mi ha colpito l’alta partecipazione indice, a mio parere, dell’apprezzamento nei confronti del lavoro fatto da Matteo e di speranza verso quello che potrebbe fare in futuro per la città di Bologna.

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Innovazione e creatività come leve di una cittadinanza culturale: Pierluigi Musarò per una città con te

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Professore di Sociologia e Comunicazione, 41 anni: con Pierluigi Musarò continuiamo la nostra serie di punti di vista. Per avere una città accanto, serve il supporto di tante e tanti.

Cosa fai per Bologna?

Dividerei 3 ambiti.

1. sono Professore Associato, Università di Bologna, e al contempo Visiting Fellow, London School of Economics and Political Science, e Research Fellow, Institute for Public Knowledge, New York University. Dunque mi occupo di fare ricerca e produrre conoscenza, oltre che formare gli studenti, con un’attenzione particolare all’internazionalizzazione.

2. in qualità di presidente dell’Associazione di Promozione Sociale YODA, dal 2000 mi occupo di diversi progetti, sia sul territorio italiano che su quello europeo e internazionale (Spagna, Mozambico, Palestina, Algeria – Campi profughi Saharawi, Albania, etc.).

3. ideatore e direttore di IT.A.CÁ migranti e viaggiatori: Festival del Turismo Responsabile (dal 2009)

Cosa puoi fare per te Bologna?

Schermata 2016-05-12 alle 11.47.41Premesso che apprezzo il lavoro svolto da questa amministrazione, vorrei una città più cosmopolita, attenta ai temi globali, aperta all’innovazione, capace di attrarre risorse internazionali, valorizzarsi di più presentandosi meglio a chi decide di visitarla (a partire dal decoro urbano).

Maggiori relazioni tra i diversi centri di eccellenza della città (università, aziende, istituzioni, etc..).

Più attenzione alla sostenibilità. Tutto questo può essere raggiunto coinvolgendo i cittadini in modo attivo, invitandoli e formandoli a prendersi cura dei luoghi e delle relazioni. Insomma, una qualità della vita che aumenti il benessere di chi ci vive e l’attrattività verso l’esterno.

C’è un aspetto che ti ha colpito sulla proposte di Una città con te?

Premesso che apprezzo molto il il focus sul bene comune e il metodo della collaborazione, e che mi rivedo molto nell’idea di innovazione e creatività come leve di una cittadinanza culturale, oltre che politica e sociale (sono questi anche i temi di ITACA 2016), uno dei punti che mi colpisce in positivo e’ l’accento sull’attrattività della città: affermazione di Bologna come destinazione turistica e come polo di attrazione internazionale, soprattutto in tandem con l’università.
Chissà che questo possa portare Bologna a diventare un po’ come Londra: in testa alle classifiche per arrivi turistici, le migliori università del mondo, creatività e finanza ad alti livelli e…un sindaco musulmano!

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Le proposte di Una città con te: una visione per portare Bologna nel 2021

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Continuare a cambiare Bologna senza lasciare indietro nessuno: grazie al lavoro di tanti e tante, la comunità Una città con te ha condiviso le priorità per Bologna, città metropolitana da un milione di abitanti.

A dicembre eravamo in più di 200 in una Casa del Popolo, a febbraio in più di 500 al circolo ARCI Benassi, circa 1200 persone hanno partecipato ai nostri appuntamenti da dicembre ad oggi abbiamo creato un sito web per gestire le informazioni e il dialogo, per raccontare la città e le comunità; con gruppi di lavoro e laboratori, con incontri tematici e corsi di formazione per i più giovani, abbiamo creato un percorso aperto motivati da spirito civico e da un obiettivo: condividere le priorità per il futuro di Bologna.

Una città con te ha condiviso le priorità che Matteo Lepore porterà avanti nella sua campagna elettorale per il Consiglio Comunale nella lista del Partito Democratico che consegnamo al candidato Sindaco Virginio Merola.

La proposta di Una città con te non è un programma, né una lista di desideri ma una visione per portare Bologna nel 2021 a partire da un forte metodo trasversale in cui evidenziamo 6 priorità fondamentali con 3 temi a cui sono legati azioni e progetti.

Con una città accanto, continueremo a collaborare all’agenda della città anche oltre le elezioni, a partire da un incontro che organizzeremo a settembre 2016.

Vogliamo essere una comunità attiva e impegnata per il bene della città nel medio periodo, unire i problemi alle soluzioni, con innovazione e inclusione, spingendo assieme per il cambiamento senza lasciare indietro nessuno, disseminando competenze e quanto di buono viene realizzato.

Insieme, applicheremo alla politica il metodo della collaborazione per la cura del bene comune.

Scarica le proposte di Una città con te

 

Qui trovi le slide che riassumono il documento con le pricipali azioni e progetti.

Qui il processo con immagini e numeri di Una città con te.

Turno di notte insieme ai tassisti bolognesi

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DSC_2556Ascoltare chi lavora in un servizio pubblico come questo è importante per l’assessore all’economia e al turismo. Per questo, insieme a Isabella Angiuli, venerdì scorso ho passato una serata e parte della notte con i tassisti bolognesi di COTABO. Ci siamo confrontati sui problemi quotidinani del loro lavoro e abbiamo toccato con mano le questioni che dobbiamo affrontare insieme per migliorare il servizio. Con noi anche Federica Orlandi, giornalista de Il Resto del Carlino. Di seguito la sua ricostruzione di questa notte.

IL VIAGGIO L’ASSESSORE: «IMPEGNATI A TROVARE LE RISORSE PER INSTALLARE LE TELECAMERE)

Una notte in taxi per attraversare la città con gli occhi di chi ogni sera è sulla strada. E stato un venerdì alternativo per l’assessore Matteo Lepore che, assieme alla candidata Isabella Angiuli e al direttore generale di Cotabo Marco Benni, lo ha trascorso in compagnia di alcuni tassisti, in un viaggio notturno tra centro storico e zona universitaria (da percorrere a passo d’uomo: «se suoniamo, ci tirano un calcio alla macchina, se va bene», svela il conducente), poi periferia, Pilastro e Bolognina, dove soprattutto il posteggio Kiss&Ride della stazione da non pochi grattacapi. Tra sicurezza e viabilità, sono diversi i punti critici per i tassisti.

«IL TAVOLO in Prefettura è aperto, il Comune si impegna a investire le risorse necessarie in telecamere e colonnine ai posteggi», assicura Lepore. Non c’è tempo da perdere: dopo le recenti aggres sioni, alcuni tassisti hanno già installato la telecamera a bordo, altri stanno valutando il vetro divisorio, «utile purché sottile, per non impedire il dialogo col passeggero», spiega una delle pochissime donne che, nonostante le insicurezze, fa i tumi di notte. Le colonnine, elencano gli operatori, dovranno essere videosorvegliate, connesse al Wi-fi e dotate di sensori che rilevino dati su viabilità, inquinamento e meteo. Per ora, le proposte per il prossimo mandato si concentrano su un nuovo progetto su pedonalizzazione e viabilità: «Intendiamo collaborare con chi gestisce il servizio pubblico e con gli utenti - illustra Lepore -. Non è più il momento di scelte ‘dall’alto’, ora bisogna migliorare insieme quello che c’è».

IN UN’OTTICA metropolitana. Per questo potrebbero essere ripensati anche i tragitti degli autbus, che ora si limitano all’asse pe- T1 riferia-centro: «Un lavoro enorme, ma che va fatto. Saranno sempre più efficaci i collegamenti ai T-days» sottolinea l’assessore. Ma non si esauriscono le preoccupazioni dei tassisti, a partire dal contrasto all’abusivismo, sempre più diffuso? «Sono oiganizzatissimi lamenta Mirko Bergonzoni di Cotabo -. Lavorano in coppia: uno gestisce una pagina Facebook, su cui raccoglie le prenotazioni, l’altro guida».

Federica Orlandi

Alcune foto della notte reallizate da Mirco Cevenini

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28 aprile Una città con te consegna le proposte al candidato Sindaco Virginio Merola

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Un percorso di ascolto e partecipazione deve avere un obiettivo concreto, una promessa da mantenere.

Dopo i gruppi di lavoro tematici, il percorso di Una città cambia ancora velocità. Il 28 aprile, dalle 19, in un evento aperto al pubblico consegneremo le proposte di programma al candidato Sindaco Virginio Merola.

Grazie alla collaborazione di tante e tanti, Una città con te ha condiviso le priorità che Matteo Lepore porterà avanti nella sua campagna elettorale per il Consiglio Comunale nella lista del Partito Democratico.

12510463_1145728575455600_8046034966295714723_nDopo la Casa del popolo, il circolo ARCI Benassi, incubatori e coworking, questa volta ci troveremo in un altro luogo importante, gli spazi recuperati e dedicati all’arte contemporanea dal progetto SETUP, presso l’Autostazione di Bologna in piazza XX settembre.

Ci vediamo alle 19.

Per tutti i partecipanti sarà possibile accedere gratuitamente alla mostra dedicata al Maestro Pozzati, curata da SETUP.