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Una comunità, un percorso per continuare a cambiare Bologna non lasciando indietro nessuno

Immaginazione e collaborazione civica come metodo

Proponiamo la costituzione di un team allargato e competente, selezionato a partire dal merito e dalla condivisione politica del progetto di mandato del Sindaco. Il team deve portare avanti il percorso “Collaborare è Bologna” trasformandolo nella strategia del Sindaco per l’ascolto, la rendicontazione, l’informazione verso la cittadinanza.

A disposizione avrà l’investimento e il monitoraggio delle risorse europee 2014-2010 di Bologna, in particolare l’attuazione del PON Metro (39 milioni di euro).

Di seguito i progetti e successivamente le azioni che proponiamo.

1.1 Un Piano Bologna per l’innovazione urbana: la mappa della collaborazione civica

Il “Piano Bologna per l’innovazione urbana” è il primo piano in Italia che non pianifica il consumo di suolo bensì la sua rigenerazione, a partire dall’immaginazione e dalla collaborazione della comunità locale. Un sistema che mette in connessione la mappatura continua, presente e futura, degli spazi, dei luoghi e dei contenitori con i progetti e le iniziative civiche di natura collaborativa: “Piano Bologna per l’innovazione urbana” riqualifica gli spazi come motore di sviluppo comunitario.

Attraverso il primo percorso “Collaborare Bologna” abbiamo raccolto un primo giacimento di informazioni e lo abbiamo restituito alla collettività, definendo le scelte e le risorse necessarie per la rigenerazione e la ricucitura urbana con priorità per le periferie. Il Piano Bologna si aggiorna ogni anno tramite l’ascolto, la collaborazione e il disegno condiviso promossi e garantiti dalla Pubblica Amministrazione tramite i Quartieri e appositi laboratori di zona. Il Sindaco e il suo team promuovono un programma di incontri per la condivisione dei risultati e il codesign finalizzato ad aggiornare il Piano Bologna.

1.2. Usi civici urbani e patrimonio minimo di cittadinanza

Tutti i contenitori e i luoghi della città rappresentano un capitale di potenzialità inespresse per la comunità, che è necessario liberare. Siano essi attivi o dismessi, pubblici o privati, i contenitori e i luoghi possono essere messi in gioco e aperti a progetti di innovazione sociale ed economica.

Il Comune di Bologna deve garantire ad ogni cittadino e cittadina che vive a Bologna una dotazione di mq minima relativa a uno spazio o contenitore pubblico da dedicare ad attività creative, culturali, sociali o imprenditoriali che portino avanti il metodo della collaborazione e condivisione. Occorre individuare in modo trasparente gli spazi e i luoghi e attorno ad essi promuovere le modalità d’uso e i progetti migliori, introducendo forme di modalità contrattuali trasparenti, flessibili ed efficaci ad affrontare le diverse esigenze.

1.3. Le informazioni e i dati come diritto

Non esiste reale partecipazione, collaborazione e ascolto quando tutte le cittadine e tutti i cittadini non sono messi nelle stesse condizioni dalla Pubblica Amministrazione. I dati pubblici delle municipalità e delle società partecipate sono beni comuni che vanno messi a disposizione tanto della cittadinanza, quanto della comunità scientifica.

Il Comune ha il compito di informare e coinvolgere la cittadinanza abbattendo ogni possibile barriera all’accesso, utilizzando tutti gli strumenti tecnologici e cognitivi a disposizione. Il rapporto di fiducia e la pratica concreta della collaborazione si devono rendere autentici attraverso iniziative programmate di formazione, diffusione, coinvolgimento della comunità.  A questo scopo occorre individuare le risorse minime necessarie per garantire a pieno questo diritto di cittadinanza. Noi proponiamo un investimento annuale di almeno 1 milione di euro, da utilizzare nella gestione delle iniziative di informazione e rendicontazione dell’Amministrazione, nei processi di collaborazione e partecipazione centrali e dei 6 Quartieri.

1.4. La semplificazione amministrativa come servizio

Sia che si tratti di rigenerazione urbana, di iniziative di imprese o associazioni, di interventi che riguardano la cultura, la formazione, l’accoglienza, il turismo, il sociale, chi lavora fatica di fronte alle norme e alla loro attuazione. Spesso è la pubblica amministrazione a rimanere vittima di se stessa. Proponiamo la creazione di un team che coinvolga pubblicamente e periodicamente gli operatori e cittadini coinvolti su un problema specifico, dandosi due mesi di tempo per proporre modalità di effettiva semplificazione condivise da attuare e di uno spazio collaborativo interno al Comune dove tutti i dipendenti potranno proporre innovazioni creando gruppi di lavoro coprogettando le soluzioni con i cittadini coinvolti: premiare il merito e trovare nuove risposte per mettere la semplificazione come servizio dei cittadini e dei dipendenti pubblici.

1.5 Bologna alla pari: l’approccio di genere e la promozione dei diritti umani oltre l’emergenza

Bologna metropolitana può svilupparsi più pienamente valorizzando il protagonismo femminile e promuovendo a piano diritti umani come hanno fatto altre città europee: Berlino, Vienna e Barcellona attivando politiche di genere trasversali.  Se si vuole costruire un’innovazione urbana inclusiva e sostenibile è necessario mettere al centro delle politiche anche un punto di vista di genere, che includa i bisogni, i punti di vista, i desideri e le visioni delle donne, nelle loro diversità.  Attraverso un percorso di ascolto, verrà dedicato un piano per dare particolare attenzione ai bisogni reali, ai punti di vista, alle diverse voci e interessi di chi la città vive e abita, facendo emergere anche per Bologna la dimensione inclusiva e dialogante delle città intelligenti: modelli di mobilità e uso dei trasporti, sicurezza urbana, servizi culturali, inserimento delle donne straniere, organizzazione dei tempi dei servizi, fino all’approccio verso le tematiche ambientali, a tutti quei comportamenti e bisogni che possono caratterizzare Bologna ospitale per per uomini e donne.
Inoltre, proponiamo l’introduzione di un diversity manager nell’Amministrazione comunale che guidi un team dedicato alla realizzazione di un piano di armonizzazione e di adeguamento dei servizi locali, empowerment della reti di attori dell’antidiscriminazione e della rete di associazioni del territorio. Dobbiamo creare una comunità, dentro e fuori l’amministrazione, per la promozione di una cultura dei diritti umani nella città, anche sostenendo la formazione degli insegnanti e i progetti educativi innovativi nelle scuole, proponendo azioni positive che vadano oltre l’emergenza. Ad esempio l’esperienza bolognese nel campo dell’accoglienza dei profughi e richiedenti asilo va raccontata e valorizzata, ma soprattutto rafforzata in una vera e propria logica strutturale.

Azioni prioritarie da realizzare

1. “Collaborare è Bologna”: potenziare il programma di incontri promossi dal Sindaco con le comunità e i quartieri, da realizzare ogni anno fino a fine mandato da dedicare all’ascolto, alla collaborazione e al monitoraggio degli impegni.

2. “Piano Bologna”, un programma di rigenerazione degli spazi pubblici e privati, dismessi o attivi, per consentire la nascita di nuovi usi civici urbani e promuovere un confronto sulla sostenibilità economica, il dialogo intergenerazionale, il protagonismo del terzo settore, la fruizione e l’autogoverno degli spazi e degli strumenti di produzione in essi contenuti. Per realizzare le priorità delle comunità mappate nel “Piano Bologna” e favorire la “Semplificazione amministrativa”, sarà creato un team trasversale all’amministrazione.

3. Spazi come diritto di cittadinanza: il Comune di Bologna deve garantire ad ogni cittadino e cittadina che vive a Bologna una dotazione di mq minima relativa a uno spazio o contenitore pubblico da dedicare ad attività creative, culturali, sociali o imprenditoriali che portino avanti il metodo della collaborazione e condivisione.

4. Fondo immobiliare per favorire l’incontro di domanda e offerta degli immobili industriali e artigianali dismessi o in via di dismissione, presso il quale i proprietari possono conferire e valorizzare i loro immobili.

5. Proposta di legge regionale e norme comunali per favorire gli usi temporanei degli spazi in disuso. Utilizzo delle nuove possibilità offerte dal decreto sul “federalismo culturale” per riattivare spazi demaniali inutilizzati, dando priorità a progetti culturali, sociali, di quartiere e di inserimento lavorativo.

6. Investire 1 milione di euro all’anno per garantire il diritto all’informazione dei cittadini, la gestione delle iniziative di rendicontazione dell’Amministrazione, i processi di collaborazione e partecipazione centrali e dei 6 Quartieri.

7. Tutti i cittadini devono essere informati: il Comune di Bologna deve essere il più trasparente d’Europa con ogni spesa, ogni azione, ogni progetto della Pubblica Amministrazione accessibile su  web in tempo reale e con pubblicazioni periodiche cartacee dedicate ai quartieri per comunicare le attività e coinvolgere le comunità a rischio esclusione.

8. Iperbole Metropolitana: per facilitare la collaborazione civica e la partecipazione dobbiamo ridisegnare la Rete civica bolognese, palestra digitale per i cittadini, con un’Agenda Digitale dedicata ai Big Data insieme a Regione Emilia-Romagna, Università, centri di ricerca pubblici e privati.

9. Semplificazione amministrativa come servizio: spazio collaborativo interno al Comune e gruppi di lavoro misti tra operatori e cittadini per trovare nuove risposte e semplificare la burocrazia.

10. Potenziamento dei servizi che permettono alle donne e agli uomini di conciliare vita familiare e lavorativa. Rispettare, garantire e promuovere i diritti umani: istituzione figura di diversity manager nell’Amministrazione comunale, di un piano di armonizzazione e di adeguamento dei servizi locali con azioni di empowerment della reti di attori della rete antidiscriminazione e della rete di associazioni di immigrati del territorio con formazione degli insegnanti e progetti educativi innovativi nelle scuola e azioni positive verso la rete turistica e di promozione territoriale.