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Come prosegue Una città con te?

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La comunità di Una Città con te continua a lavorare per promuovere una nuova visione di città: la comunità nata a dicembre 2015 in occasione delle elezioni amministrative bolognesi, prosegue le sue attività grazie ad un gruppo di persone riunite da una comunanza di idee e di valori. Siamo partiti dall’idea di riunire le tante persone interessate a partecipare attivamente alla creazione di un percorso comune e attraverso incontri e seguendo le rendicontazioni sul sito e via newsletter, ciascuno ha potuto condividere idee e proporre iniziative in modo aperto e trasparente e così prendere parte, in modo più o meno attivo.

Questo processo ha portato alla nascita di un gruppo di persone deciso a prendersi cura della comunità: si tratta di una comunità aperta verso un vero un nuovo spazio civico di confronto culturale e politico, libero e desideroso di fare.

E ora cosa accadrà?  Di cosa ci siamo occupati dopo il festival di dicembre che ha riunito 200 partecipanti?

I punti sui quali ci siamo confrontati sono due: la definizione degli obiettivi di Una città con te e la progettazione di un programma di attività e nuovi strumenti di comunicazione.

Il percorso dell’associazione partita con un piccolo gruppo agli inizi del 2016, ha fatto emergere l’esigenza di condividere un nuovo statuto che a breve sarà definito e condiviso
Parallelamente di cosa ci occuperemo?

Il cantiere è aperto e sono già pronte alcune proposte che coniugano voglia di stare insieme, esigenza di confrontarsi e approfondire argomenti sociali e di attualità, ideare progetti di vivibilità e inclusione.

Per chi volesse aggiungersi, la porta è sempre aperta: basta mandare una mail a unacittaconte@gmail.com.

Promettiamo genuinità, disponibilità al confronto, una mailing list interna e qualche cena!

Andare incontro alla complessità

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Con 200 partecipanti, 1700 euro Euro raccolti per le Cucine Popolari , conversazioni e gruppi di lavoro intensi e partecipati, si è chiusa l’edizione zero di “Quale città con te“, un festival di relazioni come lo avevamo definito.

Ora possiamo dire senza timore che il processo verso un vero un nuovo spazio civico di confronto culturale e politico, libero e desideroso di fare, è avviato Ciò che da sempre ci siamo detti, ora lo abbiamo mantenuto: “Una città con te”, la comunità nata in occasione delle elezioni amministrative bolognesi, prosegue le sue attività grazie ad un gruppo di persone riunite da una comunanza di idee e di valori.

Al centro dei due giorni abbiamo messo le città, le relazioni e le forti trasformazioni sociali che stiamo attraversando: volevamo alzare il livello del confronto e per molti abbiamo mantenuto la promessa. 

Appena possibile manderemo i report dei gruppi di lavoro cercando di mettere in chiaro le prossime attività perché, se c’è una cosa che è emersa, è la voglia di continuare ad approfondire temi alti, a coltivare relazioni, ad andare incontro alla complessità.

Grazie davvero a tutte e tutti quelli che ci hanno messo il cuore e la faccia, ai relatori e a chi ha partecipato.

Le proposte di Una città con te: una visione per portare Bologna nel 2021

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Continuare a cambiare Bologna senza lasciare indietro nessuno: grazie al lavoro di tanti e tante, la comunità Una città con te ha condiviso le priorità per Bologna, città metropolitana da un milione di abitanti.

A dicembre eravamo in più di 200 in una Casa del Popolo, a febbraio in più di 500 al circolo ARCI Benassi, circa 1200 persone hanno partecipato ai nostri appuntamenti da dicembre ad oggi abbiamo creato un sito web per gestire le informazioni e il dialogo, per raccontare la città e le comunità; con gruppi di lavoro e laboratori, con incontri tematici e corsi di formazione per i più giovani, abbiamo creato un percorso aperto motivati da spirito civico e da un obiettivo: condividere le priorità per il futuro di Bologna.

Una città con te ha condiviso le priorità che Matteo Lepore porterà avanti nella sua campagna elettorale per il Consiglio Comunale nella lista del Partito Democratico che consegnamo al candidato Sindaco Virginio Merola.

La proposta di Una città con te non è un programma, né una lista di desideri ma una visione per portare Bologna nel 2021 a partire da un forte metodo trasversale in cui evidenziamo 6 priorità fondamentali con 3 temi a cui sono legati azioni e progetti.

Con una città accanto, continueremo a collaborare all’agenda della città anche oltre le elezioni, a partire da un incontro che organizzeremo a settembre 2016.

Vogliamo essere una comunità attiva e impegnata per il bene della città nel medio periodo, unire i problemi alle soluzioni, con innovazione e inclusione, spingendo assieme per il cambiamento senza lasciare indietro nessuno, disseminando competenze e quanto di buono viene realizzato.

Insieme, applicheremo alla politica il metodo della collaborazione per la cura del bene comune.

Scarica le proposte di Una città con te

 

Qui trovi le slide che riassumono il documento con le pricipali azioni e progetti.

Qui il processo con immagini e numeri di Una città con te.

Cultura leva di cittadinanza: il report del worskhop del 12 aprile

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Report dell’incontro del 12 aprile dedicato a Cultura, inclusione sociale, comunità. Si tratta di una sintesi: le proposte progettuali saranno consegnate al candidato Sindaco Merola il 28 aprile (qui le info).

Eravamo ad Ateliersi, un atelier di produzione e sperimentazione artistica e uno spazio culturale e abbiamo cercato di dare risposta ad alcune domande molto complesse e che riguardano da vicino la nostra città.

La cultura è una leva per la cittadinanza, la collaborazione e la capacità di creare valore per Bologna‬, nei quartieri e nella città metropolitana: ci siamo chiesti come le istituzioni e la progettualità culturale della città possa sostenere la comunità.

Qui trovate le foto.

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Come far dialogare spazi e progettazione culturale per valorizzare l’architettura delle relazioni e la collaborazione? Come facilitare e invogliare l’accesso alle proposte culturali?

Quali competenze sono necessarie per innovare in questo settore? Quali suggerimenti trarre da iniziative che hanno innovato l’utilizzo di spazi pubblici? Quale visione e nuovo ruolo per gli spazi pubblici e le istituzioni culturali?

Durante la discussione sono emerse diverse parole chiave, una di queste è “ibridazione”. Un’altra è trasversalità.

Degli ambiti con l’abbattimento delle separazioni settoriali tradizionali, tra teatro, video, musica e tutte le discipline artistiche.

Degli attori coinvolti, attraverso la promozione di un maggiore scambio tra operatori, amministrazione, gruppi formali e informali.

Tra grandi aziende e piccole realtà, anche del sociale.

Dei servizi, portando ad esempio la cultura nei condomini di edilizia pubblica oppure affiancandola agli operatori dei servizi sociali.

Delle gerarchie, coinvolgendo i cittadini nelle scelte e nell’allocazione delle risorse.

Dell’offerta, dando spazio non solo a grandi eventi.

Delle proposte artistiche e culturali incentivando contaminazioni e sperimentazioni nei circoli tradizionali.

La trasversalità crea un senso di comunità diffusa perché favorisce le relazioni di vicinato e l’inclusione di tante conoscenze, anche quelle che vengono da lontano perché la cultura, quando è scambio e non consumo, diventa uno strumento di welfare, che mette in rete opportunità per la costruzione di relazioni positive.

La trasversalità permette poi di reinventare i luoghi, di cambiarne la destinazione d’uso e mette quindi le persone in condizione di fruire della cultura in situazioni inaspettate. Il sistema culturale deve diventare nomadico, uscire dalle sedi prestabilite e diffondersi capillarmente per aprirsi alla città e permettere ai cittadini di entrare.

Tra tradizione e contemporaneo tra eccellenze intersettoriali, dobbiamo progettare la trasversalità con al centro le scuole, come luogo pubblico per eccellenza.  In questa visione, oltre ai luoghi culturali (teatri, biblioteche, musei) dobbiamo includere anche altri luoghi come i consultori dove l’inclusione può avere una delle principali luoghi di accesso e i musei civici, strategicamente diffusi sul territorio come le biblioteche.

Dobbiamo pensare e ripensare ai “luoghi della cultura” come spazi di un nuovo “welfare”: le biblioteche di quartiere per esempio, perché non ricollocarle al centro delle esigenze specifiche espresse dal tessuto sociale di un determinato contesto urbano?

La cultura è anche al centro del processo di riuso degli spazi e di costruzione di percorsi culturali che attraversano la città. Per essere efficace questo processo deve essere realizzato con metodo aperto, con contaminazione e collaborazione in modo tale da stimolare il rispetto per il bene comune, sia da un punto di vista materiale che emozionale e di appartenenza alla collettività.

Gli spazi della cultura sono beni comuni e come tali dobbiamo pensarli e ripensarli all’interno della nostra città come luoghi per le nostre comunità.

Luoghi sono anche le periferie, che devono “diventare nuove centralità e rappresentare un’opportunità per allargare e differenziare l’offerta culturale della città metropolitana. Se in questi anni si è percepita un’attenzione al centro della città, i prossimi anni devono essere volti alla rigenerazione urbana con un percorso che parte dalle periferie, dando risposta alle esigenze di inclusione, sia culturale che generazionale, anche ribaltando l’ottica: dalla periferia al centro, creando e valorizzando nuove centralità.

Si è parlato di pubblici, al plurale, e non pubblico. I nuovi modelli di separazione lavoro/tempo libero e la possibilità di fruire di prodotti culturali attraverso una molteplicità di canali mai vista prima porta alla frammentazione della tradizionale pubblico di massa che si ricompone in una miriade di pubblici con esigenze e gusti diversi. Per questo è importante valorizzare progetti mirati e ridurre le barriere di accesso, ad esempio prolungando gli orari di apertura degli spazi pubblici o permettendo di fruire anche della “materia viva”, ossia delle prove, di alcune rappresentazioni e inventando nuove modalità di avvicinamento dei cittadini.

Per continuare a innovare in questo settore è necessario incentivare la trasversalità delle competenze e creare strumenti per l’analisi dei bisogni e l’impatto delle iniziative messe in campo. A questo proposito, l’Università di Bologna è sicuramente una risorsa e deve essere coinvolta nell’offrire competenze nei processi progettuali della città, attraverso i suoi docenti, ricercatori e dottorandi.

Vi è un enorme potenziale di Bologna, che può vantare un’elevato tasso di scolarizzazione infantile e una solida rete di nidi e scuole dell’infanzia, per iniziative di educazione ai linguaggi culturali e progetti di promozione culturale tramite la presenza di “ambasciatori”. Perché non dotarsi di un acceleratore sulle imprese culturali che dia supporto agli operatori anche su gestione e fundraising?

Dal punto di vista dell’amministrazione è necessario investire per capire i nuovi strumenti e metodi di valutazione dei progetti culturali, con criteri di analisi degli impatti per trovare strumenti per la semplificazione amministrativa superando l’archittettura della relazione con il privato “per settori”.

Torna infine la parola collaborazione, che è stato il filo conduttore durante ognuno dei tre workshop. Perché non attivare patti di collaborazione applicati ai luoghi/servizi culturali rafforzando la regia/visione promossa dall’amministrazione pubblica? Perché non dare un ruolo di coordinamento/accelerazione/attivazione alle principali istituzioni culturali nelle rispettive “filiere”?

Tutti gli esempi virtuosi di cui si è parlato ai tavoli durante gli incontri, sono appunto frutto di un modus operandi collaborativo in cui diversi soggetti coinvolti hanno messo a disposizione conoscenze, risorse e passione.

 

Chi si è iscritto al nostro viaggio non sarà un turista, ma un testimone-apprendista

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Di fronte all’emergere di nuovi bisogni servono nuovi modelli e serve soprattutto condivisione delle esperienze: su queste basi nasce il Viaggio nelle nuove competenze.

Lo abbiamo chiamato viaggio perché attraverseremo luoghi e situazioni diverse tra loro: non è una scuola, non ci sono docenti e alunni, perché vogliamo creare insieme una dimesione di relazione nuova basata sulla fiducia e le competenze.

Per capire i nuovi modelli di lavoro servivano voci e casi concreti.

Il numero e le storie di chi si è iscritto ci confermano che la nostra intuizione è stata corretta. Giovani e meno giovani, laureati ed lavoratori, con idea di impresa o di formazione. Chi si è iscritto al nostro viaggio non sarà un turista, ma un testimone-apprendista: lo dicono le storie di chi si è fidato di noi.

Parliamo di oltre 35 persone: Margherita, nata negli anni 90, ora impegnata in uno stage e da sempre impegnata in lavori precari; Alessio, diplomando in promozione e marketing delle filiere turistiche-culturali, con esperienze nella gestione dei social media; Jacopo, in stage come grafico; Stefano, giovane docente di un istituto superiore, impegnato nell’innovazione tecnologica dell’Istituto interessato a comprendere quale sia lo scenario generale. Poi c’è chi conosce 4 lingue e chi vuole cambiare lavoro, giovani e meno giovani in cerca di occupazione e punti di riferimento o desiderosi di scambiare esperienze.

Grazie al crowdfunding lancaito un mese fa (abbiamo raccolto 5mila euro) siamo riusciti ad allargare il numero iniziale degli iscritti. Gli incontri saranno quindi aperti a tutti coloro che vorranno partecipare. Abbiamo aumentato anche il numero delle lezioni che partono mercoledì 13 aprile con un incontro dedicato al mondo digitale, a seguire il 20 aprile con fablab e P.IVA, poi collaborazione, cultura, welfare turismo, passando per il marketing sportivo fino ad arrivare ad un incontro dedicato a spazi di comunità e lavoro. Coworkers milanesi e torinesi arrivano a Bologna per offrire un punto finale al nostro Viaggio.

Qui tutto il calendario completo con date e docenti (in progress ci saranno aggiustamenti).

 

E’ tempo di entrare nel merito della città che vogliamo

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Ora è ufficiale, sarò candidato nelle liste del Partito Democratico per il Consiglio Comunale di Bologna. Per questo è tempo di entrare nel merito della città che vogliamo.

Ho accettato con entusiasmo questa proposta perché, ce lo siamo già detti nel corso dei nostri incontri, non sono i cittadini a doversi reinnamorare della politica ma è la politica che deve reinnamorasi di loro. Dunque la cosa migliore è stare sulla strada, parlare con le persone, rendicontare le cose fatte. Ascoltare, ascoltare, ascoltare.

Inizia per me e una nuova avventura che condurrò con dedizione, continuando a svolgere fino alla fine il mio lavoro da Assessore al servizio dei cittadini e della comunità bolognese. Così come siamo entrati, così ci riproponiamo al giudizio degli elettori, senza rendite di posizione ma solo con il frutto del nostro lavoro. Questo è il senso della candidatura di un Assessore uscente in Consiglio Comunale. Sottoporsi con umiltà al giudizio della propria comunità.

Ma c’è qualcosa di più che voglio dirvi: amo il basket!

Chi di voi ha partecipato all’evento dell’Arci Benassi l’avrà capito. Proprio per questo passatemi una metafora: una campagna elettorale non è un sport individuale e non è uno sport individuale amministrare una città. Per questo motivo abbiamo creato la comunità di ‘Una città con te’, per lavorare insieme prima e dopo le elezioni, e per non perdere tempo. Sfruttiamo al massimo questi mesi e utilizziamoli da subito per continuare a risolvere i problemi della nostra città, per confrontarci, per collaborare attraverso il percorso che ci siamo dati e che in questa newsletter è descritto.

A quanti di voi sono interessati a darmi un mano per la campagna elettorale propongo di sentirci attraverso questa email: unacittaconte@gmail.com, in particolare per proseguire il nostro viaggio nella città, fatto di incontri informali e autentici per parlare di Bologna. Aiutatemi organizzandone uno insieme, ad esempio.

 Grazie!

PS. La foto è di Roberto Serra, grande e gentile fotografo realizzata durante il triangolare di beneficenza “Per non dimenticare”, organizzata il 20 febbraio scorso dalla Fondazione Virtus.

Matteo

4.890 Grazie

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Grazie al vostro supporto è stato raggiunto e superato l’obiettivo dei 3.000 euro: siamo a 4890 euro grazie  a 37 donatori.

Abbiamo scelto di usare il web, la collaborazione e la trasparenza per finanziare le attività di Una città con te e questo risultato ci spinge a fare di più.

La campagna di raccolta prosegue infatti: continuate a donare!

Le risorse che raccoglieremo in più saranno utilizzate per il viaggio nelle competenze in partenza ad aprile. Grazie a voi, possiamo allargare questa opportunità ad altri.

Il kit di Una città con te

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Cosa è Una città con te? Come contribuire?

 Ecco una breve descrizione e un kit da scaricare.

Una città con te, una comunità, un percorso di ascolto e partecipazione per disegnare il futuro Bologna.

A fine aprile consegneremo le nostre proposte al candidato Sindaco Virginio Merola, per poi proseguire oltre le elezioni ed essere nei prossimi anni una comunità attiva e impegnata a continuare a cambiare la città.

Matteo Lepore è il promotore di questo progetto insieme a tanti altri: persone spesso silenziose ma concrete, accomunate dal fatto che in questi anni hanno condiviso un agire, un sentire, progetti, iniziative che hanno contribuito a cambiare la città in meglio.

Una città con te nasce per rafforzare e condividere le capacità e le energie delle comunità. Vogliamo infatti unire i problemi alle soluzioni e continuare, spingendo assieme per il cambiamento senza lasciare indietro nessuno, disseminando competenze e quanto di buono viene realizzato.

Insieme, applicheremo alla politica il metodo della collaborazione per la cura del bene comune.

Scarica la presentazione e ciò che puoi fare: Una città con te

Il crowdfunding per sostenere Una città con te

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Per realizzare tutte le attività di “Una città con te”, abbiamo scelto di utilizzare una campagna di crowdfunding.

Tutti potranno, in modo trasparente, donare e sostenere le attività, cioè:

  • il viaggio in città: una serie di incontri in città sulla città che cambia, un’inchiesta per il futuro di Bologna
  • gli incontri dei gruppi di lavoro sul programma;
  • il “Viaggio nelle competenze” sui nuovi modelli del lavoro per under 30;
  • gli eventi pubblici

In questa pagina trovate tutte le informazioni